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Commemorazione Sommergibile Veniero - Nave Anteo
Si sono concluse a 9 miglia a Sud Est di Portopaolo di Capo Passero (Siracusa), nell’ambito di una campagna operativa della nave ‘Anteo’ della Marina Militare organizzata in collaborazione con la Soprintendenza del Mare, le attività subacquee di prospezione e documentazione del relitto del sommergibile ‘Sebastiano Veniero’. Durante le attività addestrative tese a mantenere la capacità d’immersione in alto fondale, il GOS - Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin (Comando Subacquei ed Incursori) ha effettuato un’immersione con la tecnica della saturazione sul relitto. Il Veniero era un sommergibile di media crociera della classe Barbarigo che affondò il 26 agosto 1925 a causa di uno speronamento accidentale col mercantile Capena, mentre partecipava a manovre navali nelle acque del canale di Sicilia.
Da allora è adagiato a 55 metri di profondità sul fianco sinistro nelle acque antistanti Portopalo di Capo Passero. Nella tragedia rimasero coinvolti tutti i 48 membri dell'equipaggio che, ancora oggi, sono custoditi all'interno dello scafo; per tale motivo l’unità e considerata oggi un sacrario militare. Benché questo relitto fosse stato rinvenuto da molto tempo (era infatti già presente nelle carte nautiche degli anni ’70), solo negli anni 90 Enzo Maiorca riuscì ad identificarlo come il sommergibile Veniero, come lui stesso racconta nel libro “L’ultima immersione – Il ritrovamento del sommergibile Veniero”. Ed è proprio in occasione del compleanno di Enzo Maiorca, scomparso lo scorso 13 novembre, che giorno 21 giugno è stata effettuata dai Palombari della Marina l’immersione in saturazione sul sommergibile Veniero in contemporanea con un gruppo di subacquei costituito dalla figlia di Enzo, Patrizia Maiorca con il marito, da Claudio Di Franco della Soprintendenza del Mare e il nucleo subacqueo Flyboat di Torino guidati da Pierpaolo Montali. In questa occasione è stata deposta sul sommergibile una corona commemorativa.
Presenti alle operazioni su nave Anteo il Contrammiraglio Nicola De Felice, Comandante Marittimo Sicilia e il Prefetto di Siracusa Giuseppe Castaldo. L’immersione in saturazione è la massima espressione del professionismo subacqueo. Questa tecnica è utilizzata per raggiungere profondità molto elevate, ma soprattutto per effettuare lavori che richiedano un tempo prolungato sul fondo. Per poter effettuare tali operazioni occorre essere dotati di una nave che abbia un impianto integrato per immersioni profonde, all’interno del quale occorre creare un microclima artificiale a base di elio dove vivano per più giorni gli operatori subacquei, raggiungendo così la “saturazione”. Conseguito tale obiettivo gli operatori iperbarici non hanno più limiti temporali per condurre le proprie escursioni alla quota di lavoro, attraverso la camera di decompressione subacquea chiamata SDC (Submersible Decompression Chamber).
La Marina Militare è in grado di condurre tali attività attraverso i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei e Nave Anteo entrambe alle dipendenze di Comsubin. In particolare Nave Anteo, Unità per il supporto alle operazioni subacquee, è dotata di sofisticati equipaggiamenti e specifiche apparecchiature che consentono di svolgere lavori subacquei di ogni genere, anche a notevoli profondità, nonché il soccorso e salvataggio a favore degli equipaggi dei sommergibili in avaria. Tale unità allarga notevolmente lo spettro di impiego dei Palombari della Marina permettendo loro di raggiungere, grazie all’utilizzo delle tecniche di immersione in intervento ed in saturazione, profondità operative superiori ai 250 metri, o di operare con apparecchiature e mezzi tecnologicamente avanzatissimi, quali il minisommergibile SRV-300 (Submarine Rescue Vehicle) e lo scafandro rigido articolato ADS (Atmospheric Diving System), una sofisticatissima armatura antropomorfa che permette all’operatore al suo interno di muoversi sott’acqua e lavorare fino a 300 metri di profondità e cinque ROV – Remote Operating Vehicle con capacità operative fino a 2000 metri.